Calce – Quando i migranti eravamo noi

“Forse, tra poco, saremmo stati anche noi dei senza patria,
costretti a girare da un paese all’altro, da una questura all’altra,
senza più lavoro né radici, né famiglia, né case”

Lessico famigliare, Natalia Ginzburg

LA STORIA

Sono parecchie le cose nascoste nelle famiglie, esattamente come in quella dei Coppola, famiglia originaria dell’hinterland a nord di Napoli, cresciuta con il lavoro edile. Tre generazioni si diramano all’interno di questa saga familiare intrecciando i loro legami da emigrati in Svizzera, uno dei paesi più ricchi ma anche più intolleranti d’Europa, dove razzismo e pregiudizio la fanno da padroni specie nei confronti dei Meridionali. Fa poca differenza se siamo noi italiani a scappare dalla miseria in cerca di futuro: ci sarà sempre qualcuno che senza un apparente motivo vorrà rispedirti a casa a calci nel culo, anche se una casa non ce l’hai e forse neanche “il culo”.    

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Basta Guerra!

Il 2020 è cominciato nel peggiore dei modi, con l’attacco americano sul territori o iracheno che ha portato alla morte, tra gli altri, del generale iraniano Qassam Soleimani.

Questo eccidio ha il significato di una dichiarazione di guerra che determina un’ulteriore escalation del conflitto globale cui assistiamo, inermi, da ormai troppi anni. L’ennesimo atto sconsiderato dell’amministrazione Trump, in difficoltà sul fronte interno, avvia la campagna elettorale gettando con agghiacciante cinismo dentro un’ulteriore spirale di violenza intere popolazioni già stremate da anni di guerra.

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Come mi vuoi?

Buon anno Orta! Sei viva. E lotta insieme a noi.

Anno buio. Come quelli che lo hanno preceduto. Anno di commissarie, come quelli che lo hanno preceduto. Anno di ignobili cadute di stile di chi avrebbe dovuto avere a cuore, in questo anno funesto, le sorti di ognuno di noi, in quanto ortesi, in quanto esseri umani.

Un anno bislacco, pieno di parole abusate, di intelligenze umiliate ed offese. Pieno pure di travestimenti, di sproloqui quando l’onda è alta e di assordantissimi silenzi quando l’onda cala e si va col muso sulla sabbia.

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Soccombenza con domanda

La Conad aprirà…forse.
Il TAR accoglie la richiesta della società ricorrente e annulla il diniego dell’Ex Responsabile dell’Area Tecnica Adele Ferrante quindi “ne discende che il suddetto Comune, quale effetto conformativo della presente sentenza, dovrà riesaminare l’istanza della P.DF Supermercati s.r.l., assunta al protocollo comunale n. 17534 del 27 agosto 2018 (pratica n. 22/2018 Reg. PdC)”.

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La questione morale imposta

Mettiamo un attimo da parte i risvolti giudiziari (se ce ne saranno), mettiamo da parte il Commissariamento, il ricorso e la discussione sul chi ha torto e chi ha ragione.

Il provvedimento di scioglimento del Comune di Orta di Atella redatto dal Prefetto di Caserta e avallato dal Ministero degli Interni restituisce anche un indicazione che dovrebbe essere da monito a tutta la classe politica di Orta di Atella?

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A piedi nudi…

LA STORIA

Un insegnante, in procinto di partire per Budapest, legge sul giornale la notizia della brutale uccisione di un ragazzo originario della provincia di Napoli. La sua tragica fine sembra l’epilogo inevitabile di un destino già segnato. L’insegnante resta sconvolto dalla ricostruzione cruenta dei fatti; il solo pensiero di quella morte lo perseguiterà durante tutto il suo viaggio in Ungheria: e se il ragazzo in questione fosse stato suo alunno? Così pagina dopo pagina prende corpo l’indagine dell’insegnante che metterà a nudo la personalità di quel ragazzo sconosciuto cercando di recuperarne la purezza e la genuinità perduta.

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Tra le righe e gli Omissis

Cosa dice realmente la Relazione sullo scioglimento del Consiglio Comunale di Orta di Atella?

Proviamo a dare un quadro schematico delle maggiori accuse che la Commissione d’Accesso e il Prefetto di Caserta hanno mosso all’Amministrazione Villano.

È certamente vero che uno dei primi aspetti, probabilmente la cornice dentro cui sta dentro tutto il resto, che il Prefetto mette in risalto è la contiguità e la continuità col passato, un legame talmente evidente che il Prefetto stesso, già all’indomani delle elezioni, in seguito al rapporto informativo “rituale” prodotto dall’Arma dei Carabinieri sui candidati eletti, pensa all’invio della Commissione d’Accesso cosa che si concretizza a Febbraio 2019 a poco più di sei mesi dalla proclamazione a Sindaco di Andrea Villano.

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Alla ricerca spasmodica di veli pietosi

Scusi signora, ha un velo pietoso?

La signora si guardò attorno con aria attonita. Per anni aveva pensato a questo momento, a quando non sarebbero bastati i veli pietosi e dunque avrebbero chiesto anche il suo. Il momento era giunto. Un momento buio. E quindi consegnò mestamente ma con convinzione il suo velo pietoso.
Ed il momento era davvero buio. Ormai lo sapevano tutti. Ma lo sapevano non solo ad Orta, sopra i pollieri, dietro al cavone o alla crocesanta. Lo sapevano a Succivo, a Casapesenna, ma pure a Cerignola. Anzi a Cerignola pure era arrivato il momento buio, ma un buio talmente bello che quando arrivò qui, il momento buio, non furono trovate parole più adatte, parole più adatte di quelle utilizzate dallo sciolto di Cerignola per descriverlo. D’altra parte le parole mica sono di chi le scrive, di chi le dice, le parole sono di chi gli servono.

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Un silenzio assordante

E’ successo di nuovo, un’altra donna violentata, torturata, ammazzata, un film che si ripete quasi ogni giorno. Perché nascere donna in questa mondo è una sfida. 

Abbiamo bisogno di sensibilizzazione? Abbiamo bisogno di nuove leggi e più severe? Abbiamo bisogno innanzitutto della lotta, dell’affermazione di noi stesse come leva della trasformazione della società. 

Una trasformazione innanzitutto culturale, iniziando dalle bambine, dall’educarle a non essere per forza  carine, gentili ed ubbidienti. A prepararle a non essere vittima sacrificale del padre, marito, amante di turno. Innanzitutto nelle mura domestiche. Che si superi definitivamente la mitizzazione della donna angelo del focolare a convenienza e martire della frustrazione dell’uomo sempre più spesso. Un impegno quotidiano. Nessuna deve più tacere, nessuna deve più subire. 

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