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Donne dell’ultimo anno

È trascorso ormai un anno dall’inizio della pandemia e come ogni fase di crisi economico sociale a pagare il prezzo più alto sono le donne.

Ancora una volta le disparità di genere emergono in superficie in tutta la loro evidenza, e sono drammatiche. Basti pensare ai dati sulla disoccupazione femminile, un numero preoccupante, anzi tragico, perché sì, tra chi che quest’anno ha perso il lavoro, la stragrande maggioranza è donna:  a migliaia sono state licenziate o addirittura costrette a licenziarsi perché impegnate nella cura dei figli e della famiglia.

Non bastava essere già le vittime “privilegiate” di contratti precari, di quella idea per la quale l’essere umano, ed in particolare la donna, sia un elemento inanimato della produzione e quindi possa ad un certo punto “non servire più”. Con la pandemia questa condizione si è radicalizzata, le donne sono sempre più precarie e sempre più spesso intrappolate a casa, dietro ad uno schermo, tra didattica a distanza e lavori domestici, a volte incatenate a uomini violenti, completamente abbandonate a se stesse, soltanto accomunate da una resistenza all’emergenza, perché non solo devono trovare forza e mezzi per affrontare i problemi, ma anche cercare di essere felici, per non essere schiacciate dal peso della vita, grande e terribile.

Nella giornata internazionale della donna non possiamo non sottolineare come questo paese sia fermo nella sua arretratezza rispetto alla parità di genere: quando si parla dei diritti delle donne risultiamo imbarazzanti.

Per quanto tempo ancora le donne dovranno sacrificarsi? Quanto tempo ancora dovremmo voltarci dall’altra parte quando vengono prese delle misure che non sono uguali per tutte e tutti e non tengono conto dei bisogni di ognuno e ognuna?

È il tempo di cambiare rotta ed iniziare a garantire, al tempo della pandemia, lavoro e diritti alle donne riconoscendone le competenze ed il ruolo sociale. Questa crisi deve diventare la chiave di volta per una società finalmente libera dai suoi retaggi sessisti, nella quale ogni essere umano, e quindi in primo luogo la donna, possa riconoscere ed impugnare gli strumenti della propria emancipazione.

Con l’incandidabilità cala il sipario sull’amministrazione Villano

Non saremmo sinceri se affermassimo che la sentenza di incandidabilità che ha colpito l’ex Sindaco Andrea Villano ci lasci indifferenti, di sicuro non ci sorprende e nulla aggiunge al giudizio politico che abbiamo dato della sua figura e della sua amministrazione.

Nessun stupore: quello dell’Amministrazione Villano, sciolta nel novembre 2019 per infiltrazioni camorristiche, era un destino ineluttabile a cui era oggettivamente impossibile sottrarsi.

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Il parere Legale avalla la proroga. Villano non ha più alibi.

Il primo pensiero che viene leggendo il parere legale che il Sindaco Andrea Villano (non l’opposizione cattiva e subdola) ha chiesto all’Avvocato che assiste il Comune nella vicenda della Farmacia Sagripanti circa la possibilità di una proroga a tempo condizionata allo spostamento in un altro locale è uno solo:
qualcuno deve delle scuse Continua a leggere Il parere Legale avalla la proroga. Villano non ha più alibi.

Parco Arcobaleno: notizie buone per i condomini, cattive per i politici

Il 13 novembre con Decrteto n.8 il Presidente della provincia di Caserta ha nominato il commissario ad acta per la valutazione del Piano Urbanistico Attuativo, i famosi PUA postumi previsti dal Piano Urbanistico Comunale, denominato “Arcobaleno” richiesto dall’Immobiliare Aprovitola SpA.

Un punto di svolta per centinaia di famiglie che finalmente, forse, potranno avere una risposta definitiva sulla loro condizione abitativa.

Una brutta notizia per i politici, che già in questi mesi avevano fatto avanti indietro all’interno del parco promettendo mirabolanti soluzioni.

Ora la situazione è solo nelle mani del Commissario ad Acta, l’avv. Renato Labriola da Caserta che opererà in autonomia assumendosi tutte le responsabilità delle proprie scelte.

Al Comune, qualsiasi sia il colore politico dell’amministrazione che si insedierà la prossima primavera, e qualsiasi sia la sua posizione sulla questione urbanistica e sul P.U.C. non resterà che ratificare e prendere atto delle decisioni del commissario.

Finisce così per larga parte di politici Ortese la mercificazione sul dramma di queste persone che ora saranno finalmente liberi di mandarli a quel paese.

Quindi riassumendo la Provincia di Caserta costretta da una sentenza del TAR nomina il Commissario che valuterà il P.U.A. “Arcobaleno” ma la vera domanda è un altra: perché la politica, la stessa politica che ha voluto fortemente il P.U.C. e la stessa che lo ha venduto nei vari convegni come “soluzione definitiva” ha abdicato al suo ruolo decisionale costringendo la nomina di un Commissario ad Acta? Ci sarà un politico o un tecnico, di quelli del “me lo vedo io” che darà mai una risposta a questa domanda?

Qui puoi scaricare il Decreto di nomina 2017_Decreto_n_8_del_13_11_17