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Tra le righe e gli Omissis

Cosa dice realmente la Relazione sullo scioglimento del Consiglio Comunale di Orta di Atella?

Proviamo a dare un quadro schematico delle maggiori accuse che la Commissione d’Accesso e il Prefetto di Caserta hanno mosso all’Amministrazione Villano.

È certamente vero che uno dei primi aspetti, probabilmente la cornice dentro cui sta dentro tutto il resto, che il Prefetto mette in risalto è la contiguità e la continuità col passato, un legame talmente evidente che il Prefetto stesso, già all’indomani delle elezioni, in seguito al rapporto informativo “rituale” prodotto dall’Arma dei Carabinieri sui candidati eletti, pensa all’invio della Commissione d’Accesso cosa che si concretizza a Febbraio 2019 a poco più di sei mesi dalla proclamazione a Sindaco di Andrea Villano.

Tuttavia, è quello che avviene in quei sei mesi su cui si concentra la Commissione.

  • Il primo atto fondamentale che fa intendere da subito come la volontà di cambiamento tanto sbandierata in campagna elettorale, altro non fosse che puro espediente per raccogliere consenso, è stato la mancata votazione della Mozione proposta dai Consiglieri Marilena Belardo e Vincenzo Tosti (Città Visibile), Vincenzo Russo (M5S) e Vincenzo Gaudino (Democratici e Riformisti) per la revoca del P.U.C.
    Una divagazione sul tema: molti “difensori a prescindere” vogliono etichettare la revoca del P.U.C. come un atto frettoloso che doveva essere preceduto da uno studio di fattibilità, dimenticando che il Piano Urbanistico Comunale è argomento del dibattito politico da quasi 15 anni, è stato al centro di processi, ha già subito valutazioni circa la sua legittimità. La revoca, dovrebbe essere evidente, è un atto politico dopo il quale non è vero che si crea un vuoto legislativo. Molto più semplicemente sarebbe stato il giorno dopo la revoca quello ideale per aprire un tavolo di confronto con la comunità per mettere mano a una nuova programmazione urbanistica del territorio.
  • L’affaire Conad non poteva non destare preoccupazione e sospetto agli occhi degli inquirenti, anche in questo caso ne abbiamo parlato ponendo una serie di perplessità: il Comune vuole vincere? Ci chiedevamo. Stando a quanto relazionato dal Prefetto pare proprio di no, ed in più scopriamo che oltre ad essere un obbrobrio urbanistico, con la concessione del cambio di destinazione d’uso ad un immobile abusivo, tale operazione avrebbe favorito il figlio di un Capo di un Clan legato ai Moccia di Afragola.
  • La gestione del Parco Giochi è un altro punto focale e non vorremmo risultare stucchevoli ma anche in questo caso Città Visibile aveva sollevato perplessità presentando un’interrogazione in merito, sull’affidamento che era avvenuta a cavallo tra l’Amministrazione Mozzillo e il Commissario ma soprattutto sulla consegna e sull’oggetto dell’appalto questioni tutte attinenti all’Amministrazione Villano.
  • Anche la frequentazione degli uffici comunali di soggetti che la Prefettura riteneva “da evitare” perché coinvolti in numerose vicende giudiziarie e che erano, secondo quanto dicono diversi collaboratori di giustizia, referenti dei clan dei casalesi, è stato oggetto di una delle prime interrogazioni del nostro gruppo consiliare. Chi sono queste persone? Ci chiedevamo allora, non ci convinse la risposta dall’allora Sindaco. Quella del Prefetto ci sembra molto più esaustiva.
  • Un altro rilievo interessante che fa emergere il Prefetto di Caserta è un vero e proprio” tentativo di depistaggio” operato dal Sindaco attraverso la nomina come Assessori di figure tutte esterne al contesto politico/sociale di Orta di Atella, salvo poi svuotare queste funzioni assessorili e dare deleghe illegittime a Consiglieri Comunali che nella maggior parte dei casi rappresentavano la continuità con le pregresse esperienze amministrative. Tutto questo, ovviamente, in nome della discontinuità.
  • Per ultimo, ma solo sul piano temporale, il tentativo di recuperare sul P.U.C., prima con l’affidamento (illegittimo secondo il Prefetto) di un incarico di studio all’Università e poi con la sospensione del Piano Urbanistico, in particolar modo la sospensione con la promessa di annullamento, secondo la relazione, è stata solo un escamotage per superare il periodo massimo di permanenza della Commissione di Accesso, onore al merito al Prefetto ma senza falsa modestia li avevamo “sgamati” in tempo reale, con un intervento durissimo allegato agli atti del Consiglio Comunale del 10 Luglio in cui denunciavamo questa manovra.

Questo il fulcro del provvedimento di scioglimento. Per quanto molti facciano finta di non comprendere, basta leggere con attenzione senza perdersi negli OMISSIS e si capisce che lo scioglimento è figlio degli atti amministrativi messi in essere dall’amministrazione Villano.

Poi c’è il corollario di contiguità e parentele, l’ombra di Brancaccio che sembra accompagnare e aleggiare dal principio su tutta l’attività della Giunta Villano; il fatto che lo stesso Villano avrebbe ottenuto, grazie all’intercessione di Brancaccio, l’assunzione presso il Consorzio GeoEco o il parente del Presidente del Consiglio prestanome di Schiavone, ma questi potrebbero quasi essere derubricati a fatti irrilevanti, coincidenze, potrebbe anche non significare niente un rapporto di parentela o un favore ricevuto nel passato, ma gli atti amministrativi no, gli atti amministrativi parlano e raccontano di una gestione opaca, una gestione che abbiamo sempre denunciato assolvendo al ruolo di controllo affidatoci dai cittadini.

Tutto il resto sono chiacchiere, scuse, boccheggiamenti, discorsi preconfezionati per i tifosi.
Amenità, quelle si che sono amenità.