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Chi sono queste persone che presidiano Ufficio Tecnico e SUAP?

L'ultima interrogazione tra quelle che il 7 Settembre 2018 i Consiglieri Vincenzo Tosti e Marilena Belardo del Gruppo Consiliare "Costruire Alternative" a cui fanno riferimento il nostro Collettivo, demA e Diversamente Ortesi, Vincenzo Russo (Movimento 5 Stelle) e Vincenzo Gaudino (Democratici e Riformisti) hanno protocollato 2 Mozioni e 4 Interrogazioni. 
Le passeremo in rassegna illustrandole e cercando di capire per ognuna cosa ci ha spinto a presentarla.

Uno strano fenomeno si è verificato dall’insediamento dell’Amministrazione Villano, un fenomeno che si è percepito subito e a cui tutti, forza di cose, hanno dovuto far caso,  la presenza di persone negli uffici comunali, in particolar modo nel SUAP e nell’Ufficio Tecnico, che da un rapido controllo non risultano essere ne Dipendenti Comunali ne facenti parte del Consiglio o della Giunta Comunale

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Servizi ai Disabili: Basta Ritardi!

L'intervista in cui Marilena Belardo (Città Visibile) illustra l'interrogazione presentata per chiedere chiarimenti sull'erogazione dei servizi ai disabili.
L'interrogazione è tra quelle che il 7 Settembre 2018 i Consiglieri Vincenzo Tosti e Marilena Belardo del Gruppo Consiliare "Costruire Alternative" a cui fanno riferimento il nostro Collettivo, demA e Diversamente Ortesi, Vincenzo Russo (Movimento 5 Stelle) e Vincenzo Gaudino (Democratici e Riformisti) hanno protocollato 2 Mozioni e 4 Interrogazioni. 
Le passeremo in rassegna illustrandole e cercando di capire per ognuna cosa ci ha spinto a presentarla.

Qui l’articolo di CampaniaNotizie.com

Assunzioni stagionali: Necessità o Clientelismo?

La seconda interrogazione tra quelle che il 7 Settembre 2018 i Consiglieri Vincenzo Tosti e Marilena Belardo del Gruppo Consiliare "Costruire Alternative" a cui fanno riferimento il nostro Collettivo, demA e Diversamente Ortesi, Vincenzo Russo (Movimento 5 Stelle) e Vincenzo Gaudino (Democratici e Riformisti) hanno protocollato 2 Mozioni e 4 Interrogazioni. 
Le passeremo in rassegna illustrandole e cercando di capire per ognuna cosa ci ha spinto a presentarla.

In virtù dell’assunzione di 11 lavoratori stagionali che si stanno occupando della raccolta rifiuti, sorgono domande e riflessioni che si legittimano se consideriamo la peculiarità del caso ortese. Continua a leggere Assunzioni stagionali: Necessità o Clientelismo?

A che stiamo con gli A.T.O.?

La prima Interrogazione che il 7 Settembre 2018 i Consiglieri Vincenzo Tosti e Marilena Belardo del Gruppo Consiliare "Costruire Alternative" a cui fanno riferimento il nostro Collettivo, demA e Diversamente Ortesi, Vincenzo Russo (Movimento 5 Stelle) e Vincenzo Gaudino (Democratici e Riformisti) hanno protocollato 2 Mozioni e 4 Interrogazioni. 
Le passeremo in rassegna illustrandole e cercando di capire per ognuna cosa ci ha spinto a presentarla.

Prima di tutto un chiarimento: Cosa sono gli A.T.O.?

L’ambito territoriale ottimale (ATO), è un territorio su cui sono organizzati servizi pubblici integrati, ad esempio quello idrico o quello dei rifiuti . Tali ambiti sono individuati dalle regioni con apposita legge regionale e su di essi agiscono le Autorità d’ambito, strutture dotate di personalità giuridica che organizzano, affidano e controllano la gestione del servizio integrato.

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Perché revocare il P.U.C.?

La seconda Mozione tra quelle che il 7 Settembre 2018 i Consiglieri Vincenzo Tosti e Marilena Belardo del Gruppo Consiliare "Costruire Alternative" a cui fanno riferimento il nostro Collettivo, demA e Diversamente Ortesi, Vincenzo Russo (Movimento 5 Stelle) e Vincenzo Gaudino (Democratici e Riformisti) hanno presentato. 
Le passeremo in rassegna illustrandole e cercando di capire per ognuna cosa ci ha spinto a presentarla.

Se il Piano Urbanistico Comunale, approvato con delibera del Consiglio Comunale in data 8 luglio 2014, non solo è stato realizzato in aperto contrasto con il PTCP e con il parere degli organismi provinciali, ma, soprattutto, non assolve la sua funzione essenziale di riequilibrare il territorio, tutelando il tessuto urbano da ulteriori tentativi di devastazione ambientale;

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“Rifiuti Zero” con Paul Connett ad Orta di Atella

Sarà Paul Connett, professore di chimica e tossicologia alla St. Lawrence University, nello stato di New York e tra i principali teorici della strategia “Rifiuti Zero” ad aprire la nuova edizione della Rassegna “Pretesti per Parlarne” organizzata dal Collettivo Politico Culturale “Città Visibile” in collaborazione con la Rete di Cittadinanza e Comunità.

Il prof. Connett parlerà della sua teoria riguardante la gestione dei rifiuti solidi urbani, tra i più fermi oppositori dell’incenerimento dei rifiuti la sua teoria composta da dieci fasi ruota a tre pilastri fondamentali: Riusare, Ridurre e Riciclare.

Interverranno all’evento che si terrà Domenica 8 Ottobre dalle ore 18:00 presso la Sala Consiliare di Orta di Atella anche Miriam Corongiu, contadina e attivista della Rete di Cittadinanza e di Comunità mentre la moderazione sarà affidata alla giornalista RAI Francesca Ghidini.

Questo incontro sarà un ulteriore occasione per contrapporre il nostro modello per affrontare il ciclo dei rifiuti rispetto a quello usato negli ultimi decenni” precisa Vincenzo Tosti, portavoce del Collettivo Città Visibile. “Vogliamo affermare in modo forte che esiste un’altra via a quella dell’incenerimento e delle discariche temporanee sulla carta e permanenti nei fatti come San Pancrazio e San Giorgio ad Orta di Atella dimostrano, vogliamo far conoscere la nostra visione di Città, dire agli ortesi che non dobbiamo rassegnarci alla mala gestione della cosa pubblica e vogliamo farlo partendo dalla gestione della raccolta rifiuti, non dall’emergenza ma dall’ordinarietà

Paul Connett, il massimo protagonista della crescente diffusione nel mondo di rifiuti zero, ripercorrerà i successi di questo nuovo percorso di cambiamento ed indicando come attuare concretamente i 10 passi per giungere ad una società a rifiuti zero, portando anche esempi di buone pratiche già iniziate in altri comuni e quindi riproducibili.

L’Utopia e la Bellezza. Il Calendario 2017 di Città Visibile

Sempre, nei giorni in cui giravo per Orta nella preparazione di questa serie di dipinti e foto, mi veniva in mente un’affermazione recita così:

L’Urbanesimo accentua il sottosviluppo del Cittadino e lo rende più incline al Consumo.

L’urbanesimo sfrenato di cui siamo vittima mi appare come qualcosa di estraneo al vecchio centro storico, un monumento all’amnesia che annienta la nostra memoria storica e genera una specie di cittadino straniero alla terra in cui vive. Nello stesso tempo, svuota gli indigeni di quel senso di appartenenza che è peculiarità della qualità della vita collettiva.

Un enorme blocco che ha trasformato la nostra città, ne ha cambiato la forma, oscurato la luce, sbiadito il colore. Mi appare questo nuovo spazio urbano come un non spazio, in cui vige l’assenza di limiti, dove il cittadino che vi abita è solo e diventa l’archetipo di quella omologazione pasoliniana che ha ispirato il mio progetto.

Un non spazio di cui non riesco a immaginare il colore, per questo l’ho dipinto e l’ho fotografato in bianco e nero. Né mi interessa se le foto sono prive di espressione: ho solo voluto attraverso esse documentare la  degradante realtà che mi circonda. Mentre nella rappresentazione del centro storico ho cercato di imprimere sulla tela e nelle foto l’immagine di quei colori che la mia terra mi rimanda dal passato, e che mi sognano davanti agli occhi, come un orgia di rossi, di arancio e di gialli che si adagiano nel grano quando felice e stanco tornavo dall’Astragata.

Credo che un programma alternativo a questo (sotto)sviluppo senza limiti sia imprescindibile, quello che Pasolini  amava chiamare “l’opera collettiva di un popolo” e che noi possiamo riconoscere in molti scorci del nostro centro storico, riconoscerla e difenderla alla stessa stregua con cui difendiamo l’opera d’arte di un grande autore.

Malapolitica porta a Malascuola. Cronaca di come si uccide il futuro.

Molte strutture non sono a norma, molte sono vecchie. Quelle nuove sono nate già vecchie. Gli ultimi allarmi che gettano ancora sale sulla ferita della carenza strutturale, di un servizio quasi mai degno di uno Stato che si definisce di diritto. A Orta non è cosa. A Orta non è Stato.

E bene fa la minoranza ad incalzare su questa realtà, nonostante l’interessamento sia strumentale ed ogni argomento, ogni problema assume i contorni di una resa dei conti tra vecchi alleati. Bene fa pure la maggioranza, a rassicurare i cittadini ed effettuare i sopralluoghi, anche se alla rinfusa e senza alcuna autocritica che pure s’imporrebbe doverosa dal momento che l’attuale sindaco è stato responsabile dell’edilizia scolastica anche nei decenni passati. Ovviamente fanno bene i genitori a preoccuparsi e a pretendere certezze e garanzie.

Ad Orta evidentemente tutti fanno bene, ma solo la politica può restituire un quadro chiaro della situazione. La politica: questa sconosciuta. La politica intesa nelle sue declinazioni di responsabilità e di programmazione. La responsabilità è quella che questa amministrazione deve assumersi insieme ai propri dirigenti e tecnici nel momento in cui decide di tenere aperta una struttura pubblica; la programmazione è quella che si pretende nella pianificazione di quegli interventi che sono ormai necessari e chissà se sufficienti a rendere “certificabili” gli istituti.

Nulla più e nulla meno rispetto a quello che detta la Costituzione Repubblicana, oggi così tanto amata che molti vorrebbero sfasciarla. Per cui deve essere garantito a tutti un livello di istruzione il più possibile qualitativamente e culturalmente omogeneo nel territorio nazionale.

Cerchiamo di essere chiari: se è vero che non si possono chiudere edifici scolastici che versano nelle stesse condizioni di sempre senza nessun evento rilevante da giustificare misure di emergenza, interrompendo l’anno scolastico di 3.000 alunni, è altrettanto vero che non si può pretendere che nel momento in cui un Tecnico Comunale certifica l’inagibilità di queste strutture si resti immobili facendo finta di niente. Praticamente siamo in attesa dell’evento rilevante.

Non è moralmente e politicamente accettabile restare nella condizione del non volersi assumere la responsabilità tecnica e politica dell’agibilità delle scuole e contemporaneamente non provvedere ad una programmazione degli interventi da effettuare con date certe e con una gestione trasparente da portare a conoscenza della cittadinanza.

Non c’è più tempo, le scorciatoie sono finite. Il Consiglio Comunale del prossimo 18 novembre rappresenta l’ultima occasione per i nostri amministratori per dimostrare di avere un minimo interesse a quello che abbiamo in comune loro malgrado: i ragazzi, il loro diritto allo studio, la loro sicurezza, il loro futuro.

Il sindaco e l’assessore di riferimento relazionino su come intendono intervenire sulle strutture; forniscano una programmazione seria con date certe sugli interventi. Diano il senso di aver finalmente assunto la gravità della situazione e la necessità di uscirne attraverso l’assunzione delle proprie responsabilità passate e di quelle, giocoforza, future.

Non ci si chieda però di sopravvivere anche a questa situazione così com’è, perché non lo accetteremo. Perché a tutto c’è un limite. Perché su questa vicenda il limite ce lo siamo già lasciati alle spalle.

Pretesti per parlarne: incontro con Francesco Pallante

Giovedì 27 Ottobre alle 19:30 si terrà, presso il Chiostro del Convento dei Frati Minori in P.zza San Salvatore a Orta di Atella, la presentazione del libro “Loro diranno, noi diciamo” di Gustavo Zagrebelsky e Francesco Pallante.

All’incontro organizzato dal Collettivo Politico Culturale “Città Visibile”, all’interno della rassegna “Pretesti per Parlarne”, parteciperanno l’autore Francesco Pallante, professore di Diritto Costituzionale presso l’Università di Torino e Giuseppe Cerreto, del Collettivo Città Visibile e responsabile del Comitato Atellano per il NO. Modererà l’incontro Renato Briganti, professore di Diritto Pubblico.

Loro diranno, noi diciamo è un libro quanto mai attuale, che servirà da spunto per parlare di politica, Costituzione e soprattutto del Referendum Costituzionale su cui saremo chiamati ad esprimerci il 4 Dicembre.

Nel saggio, diventato il manifesto delle ragioni del NO alla riforma, gli autori argomentano contro le modifiche della Costituzione – di cui si vorrebbero cambiare ben 47 articoli (oltre un terzo del totale) – e contro la legge elettorale, per il rinnovamento di una democrazia partecipata. Oltre alle critiche di merito (contraddizioni, errori concettuali, complicazione del sistema), vengono messe in evidenza le forzature procedurali che hanno connotato il percorso di approvazione delle due leggi. Ne emerge un quadro tutt’altro che rassicurante: le nuove regole del gioco politico risultano essere, a giudizio degli autori, sempre più un’imposizione unilaterale basata su rapporti di forza incostituzionali – leggi approvate in tutta fretta e al costo di qualunque forzatura.

Il libro si chiude offrendo al lettore il confronto, articolo per articolo, del testo della Costituzione vigente con quello che scaturirebbe dalla riforma. Ciò allo scopo di offrire al cittadino una chiara visione d’insieme del nuovo dettato costituzionale.

Una presentazione che va nel solco dell’impegno nella campagna referendaria per il NO, nella quale il Collettivo Città Visibile è impegnato, essendo tra i promotori del Comitato Atellano per il NO.

Orta di Atella è la Città dei Record!

No, non è uno scherzo ma una notizia reale, Orta di Atella è la città italiana con l’età media più bassa d’Italia appena 33,6 anni davanti a Livigno, località alpina in provincia di Sondrio, e a Gricignano di Aversa. Una bella soddisfazione, con ben 109 nascite nei primi quattro mesi dell’anno contro i soli 38 decessi, una media che sicuramente sarà andata in picchiata negli anni del “favoloso” boom edilizio, periodo durante il quale la popolazione ortese è passata dai 13.070 abitanti del censimento del 2001 ai 25.162 abitanti del 2011: cifre da capogiro!

Orta di Atella era diventata il Paese degli sposini e dei fiocchi rosa e celesti con tante giovani coppie che pensavano di fare l’investimento della loro vita in quel Paese fino a qualche anno prima quasi sconosciuto alle cronache e dedito perlopiù all’agricoltura; un Paese che nel giro di qualche anno prometteva una crescita esponenziale: ricchezza, investimenti nell’edilizia, posti di lavoro, clientele, bolla immobiliare in espansione e una classe politica tanto sfacciata e rampante quanto arrogante. A tratti sembrava di rivivere le celebri scene del celebre film Le mani sulla città di Francesco Rosi, e così è stato.

Nessuna città sembrava più adatta per quell’investimento ultradecennale chiamato mutuo, con i tassi di interesse e la rata da pagare che ogni mese vanno e vengono strozzando con un cappio al collo i consumi e il potere d’acquisto delle famiglie. E chissà quante giovani coppie si sono ritrovate con l’Autorità Giudiziaria che andava a contestare la legittimità di quell’investimento e il Comune che ritirava le licenze appena concesse partorendo i decreti di abbattimento delle costruzioni appena edificate.

Ma torniamo al Paese dei record, non dissimile dal Paese reale: non tutti sanno che se Orta di Atella nel 2016 sale sul podio come paese più giovane, nel 2014 già aveva conquistato un importante primato: Il paese tra i 10.000 e i 50.000 abitanti con il debito complessivo più alto! L’incidenza dei debiti totali (attivi e passivi) del Comune in relazione alle entrate correnti riscosse nel corso dell’anno è più del 400%, un grande risultato frutto di decenni di mala amministrazione: proprio il mese scorso l’Organo Straordinario di Liquidazione con delibera n.8 del 14/09/2016 stimava la massa passiva del Comune a c.a. 29 milioni di Euro. In pratica tenendo conto dei circa 27.000 abitanti attualmente residenti sul suolo ortese, il debito pro/capite supererebbe i mille euro, compresi i 109 neonati nei primi mesi di quest’anno alle cui famiglie vanno i nostri migliori auguri!

Certo non ci dispiacerebbe se l’attuale Sig. Sindaco – già vice-Sindaco nella passata Amministrazione – e l’Assessore al Bilancio (di oggi ma anche di ieri) ci spiegassero come si arrivi a tali cifre! E in effetti siamo di fronte ad un altro tentativo di record, quello nello stabilire la latitanza politica più lunga: cos’altro c’è da vincere?

Ma è altrettanto opportuno ribadire che noi cittadini non siamo in debito con nessuno! Paghi piuttosto chi ha lucrato e speculato sulle nostre vite e sul nostro desiderio di vivere una vita all’altezza dei nostri sogni e delle nostre aspirazioni!

di Francesco Comune e Giuseppe Cerreto