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Roghi e Discariche ad Orta. Noi non ci fermiamo!

Per il nostro Collettivo che è nato da persone, attivisti e militanti, che della battaglia in Terra dei Fuochi ne hanno fatto una ragione di vita, la questione ambientale non poteva essere una marchetta di propaganda per piazzare una bandierina su un tema che riteniamo centrale o che almeno dovrebbe essere tale nella discussione politica di Orta di Atella.

Con questo spirito il 29/12/2015 protocollammo le osservazioni al Registro delle Aree interessate da abbandono e roghi di rifiuti e seguendo lo stesso spirito il 05/07/2016, stante l’immobilità nell’adozione di qualsivoglia azione diretta a bonificare le Aree oggetto del Registro protocollammo un’instanza di sollecito al Sindaco di Orta di Atella al fine di dare effettiva attuazione a quanto previsto dalla già limitate Legge Regionale 20/2013.

Sono passati 9 mesi dalle prime osservazioni, 6 mesi dall’istituzione del Registro e 2 mesi dalla nostra istanza di sollecito senza che sia stata fatta nessuna azione significativa ne tantomeno l’amministrazione abbia posto seriamente la questione nella discussione politica, non c’è stata una programmazione degli interventi, non c’è stato un incontro, non sono state date rassicurazioni e non sono state date nessun tipo di prospettive per la risoluzione del problema, l’unica cosa “seria” che è avvenuta è stato l’ennesimo mega rogo a San Pancrazio a cento metri dal Sindaco e l’Amministrazione Comunale tutta riunita per l’inaugurazione del nuovo Cimitero.

Questo è intollerabile!

Per questo il Collettivo Politico Culturale Città Visibile e l’ACU – Associazione Consumatori Utenti tramite i propri legali hanno fatto pervenire una Diffida ad Adempiere e una richiesta di azione congiunta relativamente alle aree soggette a roghi e sversamenti oltre che al Sindaco, al Ministero dell’Ambiente, al Commissario per i Roghi in Campania, alla Direzione Generale per l’Ambiente e l’Ecosistema della Regione Campania, al Distretto 18 dell’ASL, alla Campania Ambiente e Servizi spa e all’ANAC.

Orta di Atella non può essere più una discarica!

Chiediamo al Sindaco di attivarsi presso queste altre Istituzioni perché gli diano gli strumenti idonei a far si che si possa procedere alla bonifica dei siti.

Non siamo ciechi e sordi, sappiamo che Terra dei Fuochi è un problema vasto che non può essere scaricato sulle spalle dei Comuni ma ci vediamo e sentiamo abbastanza per valutare l’azione di questa Amministrazione del tutto insufficiente.

Non è stato fatto neanche quel poco che si poteva fare e finché il Sindaco non farà sua questa battaglia andando a bussare a tutte le autorità in grado di intervenire per risolvere il problema noi non ci fermeremo.

Questa è una battaglia che abbiamo intenzione di vincere.

Ci vediamo tra 20 giorni!

Orta non è una discarica!

Orta ad oggi è un paese costellato da piccole e grandi discariche; suoli dove viene sversato e a volte bruciato di tutto, soprattutto scarti di lavorazione industriale, pellami e amianto. I componenti del Collettivo “Città Visibile”, già prima che questo nascesse, a vario titolo hanno intrapreso una lotta ferrea contro lo sversamento ed i roghi di rifiuti tossici industriali. Lo hanno fatto riuniti in Associazioni come il Laboratorio di Idee “Massimo Stanzione” e, a titolo personale, nei vari comitati che nell’Agro Atellano si sono costituiti per combattere il fenomeno.

Da sempre la prima preoccupazione di chi conosce il fenomeno degli sversamenti e dei roghi è stata quello di mappare il territorio.

Tuttavia, prima di capire “dove” sono i luoghi oggetti di questa pratica, la frequenza degli incendi, il tipo di materiale presente e il suo grado di nocività, di conoscere il nemico, di studiare e capire il fenomeno, il muro più duro da abbattere è stato trovato in seno alle amministrazioni locali. Nessuna amministrazione nel territorio atellano, infatti, ha mai voluto farsi carico dell’onere di mappare ciò che viene sversato nel proprio territorio. C’è stata quasi sempre una corsa a minimizzare o addirittura a negare il problema, pur di avere alibi per non affrontarlo.

Una delle poche cose decenti che è riuscito a fare il Governo Regionale di Caldoro, sotto la spinta del Coordinamento Comitati Fuochi, è stata la legge 20 dove, tra le disposizioni urgenti, indica ai comuni l’istituzione del registro delle aree interessate da abbandono e rogo di rifiuti, finalizzato ad assicurare una maggiore tutela della salute dei residenti e del patrimonio ambientale e paesaggistico. Il Comune di Orta di Atella, dobbiamo darne atto, seguendo i dettami della Legge Regionale 20/2013, ha messo mano a questo registro.

Tuttavia, la cosa che salta maggiormente agli occhi, è la mancanza nell’ultimo censimento relativo al II semestre 2015 dell’area Eurocompost, area che compare nel censimento precedente relativo al I e II semestre 2013 (dove, nelle note, si evidenzia un ordinanza di sequestro) per poi sparire magicamente. Vogliamo ricordare che l’area è ancora oggi una vera e propria bomba ecologica piazzata a poche centinaia di metri dalle abitazioni e riteniamo assolutamente d’obbligo intervenire con la massima urgenza. Le ordinanze di sequestro in caso di pericolo per la popolazione non liberano l’amministrazione dalle responsabilita. Inoltre, mancano nel registro la località Santo Stefano e la località Cinquevie, dove si segnala una massiccia presenza di amianto.

Ovviamente, non c’è stato un vero lavoro sul campo da parte dell’amministrazione, ma più un collage di vecchie e nuove segnalazioni. Il lavoro sul campo è toccato al nostro Collettivo e noi certamente non ci siamo tirati indietro; d’altronde, non abbiamo fatto altro che continuare a fare quello che facciamo da anni: DENUNCIARE! Oltre alla denuncia però, abbiamo indicato anche da dove attingere per recuperare i fondi messi a disposizione per la Terra dei Fuochi, fondi a cui altri Comuni hanno già attinto. Così, con protocollo 15788 del 29/12/2015 abbiamo documentato le nostre osservazioni per il Registro delle Aree Abbandonate interessate a sversamenti di rifiuti e roghi.

Ci corre l’obbligo morale sottolineare come il problema degli sversamenti sia latitato dall’agenda istituzionale delle ultime amministrazioni, l’Assessorato all’Ambiente si è smosso in rari casi e solo sotto forti spinte da parte di Comitati e Associazioni, non c’è stata mai volontà di affrontare la cosa in modo strutturale anzi a tratti l’attivismo ambientalista è stato più volte diffamato e osteggiato. Da sottolineare che la quasi totalità delle aree censite sono pubbliche, elemento importante in quanto evidenzia la totale responsabilità delle passate amministrazioni, le quali sono state manchevoli ed omissive nella misura in cui hanno consentito che le stesse fossero totalmente abbandonate e continuamente attenzionate da sversamenti. Noi ribadiamo che la prevenzione è importante in quanto in termini di spesa può far risparmiare tanto denaro alle casse pubbliche: ripulire sia l’area PIP che Giardino Ciardulli ha avuto un costo notevole per la comunità, tra l’altro, zone tutto’oggi ancora abbandonate, mai rifunzionalizzate e controllate.

Pensiamo che la legge Regionale 20/2013, nei suoi grandi limiti, offra una possibilità di azione alle amministrazioni, mettendo a disposizione anche dei fondi per l’emergenza. Inutile dire che noi continueremo a vigilare anche sul modo in cui eventualmente verranno usati questi fondi; ma ripeteremo fino alla nausea che, se queste aree non saranno rifunzionalizzate, avranno ancora un futuro da discarica abusiva, come nel caso dell’Area PIP, ripulita dopo insistenti denunce e servizi televisivi che ne hanno documentato il degrado.

Ricapitolando, di queste piccole e grandi discariche ne abbiamo capito la collocazione, abbiamo indicato la tipologia dei rifiuti presenti e indicato i modi per accedere ai fondi per iniziare le bonifiche.

Manca solo la volontà politica: su questo possiamo fare ancora poco. Per ora.