La seconda Mozione tra quelle che il 7 Settembre 2018 i Consiglieri Vincenzo Tosti e Marilena Belardo del Gruppo Consiliare "Costruire Alternative" a cui fanno riferimento il nostro Collettivo, demA e Diversamente Ortesi, Vincenzo Russo (Movimento 5 Stelle) e Vincenzo Gaudino (Democratici e Riformisti) hanno presentato. Le passeremo in rassegna illustrandole e cercando di capire per ognuna cosa ci ha spinto a presentarla.
Se il Piano Urbanistico Comunale, approvato con delibera del Consiglio Comunale in data 8 luglio 2014, non solo è stato realizzato in aperto contrasto con il PTCP e con il parere degli organismi provinciali, ma, soprattutto, non assolve la sua funzione essenziale di riequilibrare il territorio, tutelando il tessuto urbano da ulteriori tentativi di devastazione ambientale;
Se il Tar Campania – Napoli, con la sentenza n. 5382/2015 afferma che tale strumento sia stato adottato in una condizione di “conflitto di interesse” di alcuni consiglieri comunali;
Se una sentenza del Tribunale Penale di Napoli n. 22/2018, pienamente condivisa dal Pubblico Ministero presso il Tribunale di Napoli Nord, nel procedimento penale n. 3837/18/21, accerta che tale strumento urbanistico era funzionale a portare un illecito vantaggio ad una determinata schiera di persone che avevano favorito o addirittura incarnavano la commistione tra politica e camorra ad Orta di Atella;
Se anche alcuni attuali consiglieri comunali di Maggioranza e alcuni politici attualmente facenti parte dell’esecutivo del sindaco Villano, all’epoca dell’approvazione, avevano evidenziato che il P.U.C. non risolveva la grave questione urbanistica ed i problemi di quelle famiglie, che avevano acquistato in buona fede la prima casa;
Se si è accertato che questo Piano Urbanistico risponde ad una logica affaristica, non risolve i problemi della cementificazione ma addirittura li amplia, prevedendo ulteriore cemento a fronte di un dramma abitativo di migliaia di cittadini che resta non risolto;
Se vi sono tutte queste criticità, perché insistere su una Pianificazione che non risponde alle logiche di riequilibrio e ridistribuzione dei servizi sul territorio?
Per tutti questi motivi, chiediamo la revoca del P.U.C. e la messa in cantiere di una nuova pianificazione a “Zero Cemento”, incentrata sui servizi e sulla tutela degli acquirenti in buona fede.