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Un ultimo e definitivo atto d’igiene politica: DIMETTETEVI

Non esiste una moralità pubblica e una moralità privata. La moralità è una sola, perbacco, e vale per tutte le manifestazioni della vita. E chi approfitta della politica per guadagnare poltrone o prebende non è un politico.
È un affarista, un disonesto.
— Sandro Pertini

Gli ultimi giorni hanno visto nuovamente Orta di Atella al centro della cronaca giudiziaria. Quello che emerge, in tutta la sua dirompente tragicità, è un disarmante degrado politico e morale, il quadro di un ceto politico ortese abituato alla commistione con zone grigie della società, se non del tutto asservito ad esse.

Fotografia che fa il paio con quella, tutta politica, che ci è stata regalata in occasione dell’ultimo NON consiglio comunale: una faida, una vergogna, uno schifo. In nome della più spudorata difesa delle rispettive posizioni e cariche abbiamo assistito ad un riprovevole balletto sulle macerie di questa città, un balletto che grida vendetta perché certifica, una volta di più, che chi amministra Orta di Atella ha perso completamente il senso della misura, della decenza, ed agisce ormai in esclusivo ossequio alle logiche della guerra tra bande. Il cittadino questo sconosciuto.

Le ultime dichiarazioni di Sergio Orsi nel processo GMC non restituiscono nessun nuovo elemento e purtroppo non rappresentano neanche minimamente il fondo che sicuramente ci dovremmo preparare a toccare nelle prossime settimane. Allo stesso tempo non ci interessa sottolineare o soffiare sul fuoco della situazione giudiziaria dei singoli, innocenti fino a prova contraria. Quello che a noi interessa è il quadro d’insieme, è l’aspetto etico, morale e dunque politico che esso ci offre.

Già sapevamo tutto, ci verrebbe da aggiungere usando una formula di pasoliniana memoria. Perché noi già sapevamo che ad Orta di Atella, da troppi anni ormai, il rispetto anche delle più elementari regole democratiche aveva ceduto il passo al saccheggio scellerato del territorio; già sapevamo che il vassallaggio verso Angelo Brancaccio, praticato senza posa da una fetta consistente della popolazione ortese, politici e non solo, era il frutto calcolato di una complicità interessata; già sapevamo che, ad Orta di Atella, un’etica sana da applicare alla politica era stata sacrificata da tempo per far posto all’uso privatistico degli spazi pubblici. Detto altrimenti, già sapevamo che la nostra cittadina è stata un’incubatrice emblematica di molti di quei mali sistemici che, molto più in generale, riguardano il “fare politica” oggi: affarismo spregiudicato, clientelismo ramificato, consociativismo conservativo. Tutto da verificare, tutto da prendere con le molle, lo abbiamo detto e lo ripetiamo, molto di quello che sta venendo in superficie non avrà neanche rilevanza penale, ma è indiscutibile che scava un solco e spinge ad assunzioni di responsabilità politiche che riteniamo che non possano più essere rifuggite.

In virtù di questa consapevolezza, il Collettivo Città Visibile chiede le immediate dimissioni di tutti coloro che, organici alla classe dirigente che ha amministrato negli ultimi decenni, ricoprono tuttora cariche politiche ed amministrative. Sulla base di responsabilità politiche incontrovertibili, al netto delle eventuali responsabilità giudiziarie, pensiamo che non sia sufficiente e anzi riduttivo chiudere il conto con vent’anni di devastazione politica e morale della nostra città con l’interdizione dai pubblici uffici di Angelo Brancaccio; noi chiediamo una sorta di interdizione volontaria per tutti coloro che hanno condiviso e alimentato quella stagione politica; per tutti coloro che per vent’anni hanno fatto in modo alternato da “servi sciocchi” a Brancaccio e oggi si nascondono dietro ad imbarazzanti distinguo e si riciclano invocando una fantomatica discontinuità amministrativa. Ma anche per quei volti nuovi che a lui debbono la loro fortuna politica e oggi si atteggiano da oppositori.

Orta di Atella non merita tutto questo fango, non merita un’amministrazione nei fatti commissariata e lo diciamo anche a chi ha gioito, tra i banchi non solo della maggioranza ma anche dell’opposizione, alla notizia del mancato scioglimento da parte del Ministero dell’Interno. Nani politici o semplicemente in malafede non vedono che Orta di Atella è commissariata di fatto; ad Orta di Atella è già impossibile fare l’ordinaria amministrazione, anche reperire la documentazione è stato un problema per l’Organo Straordinario di Liquidazione che nella nota del 2 marzo chiede una proroga al Ministero degli Interni anche in virtù di questo, perché, testualmente, “l’ente è sottoposto a varie ispezioni ministeriali”. In pratica, al Comune c’è la fila, esiste già un commissariamento oneroso dove l’unico atto politico è il pagamento degli indennizzi a fine mese.

Le dimissioni del Sindaco, del vicesindaco e della giunta, come ultimo e definitivo atto di igiene politica di chi ha calpestato qualsiasi concetto di decenza, di dignità, di etica. D’altra parte aveva ragione Borges quando diceva che “forse l’etica è una scienza scomparsa dal mondo intero. Non fa niente, dovremo inventarla un’altra volta”.

Si, dovremo inventare una nuova etica pubblica.

Noi, non voi.