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Un filo lega Orta di Atella alla vergogna. Noi lo spezziamo. E restiamo umani.

La speranza sarebbe quella di raccogliere le istanze più avanzate, più inclusive che si manifestano su scala nazionale ed assumerle, portarle a maturazione a livello locale. Ma si sa, “la speranza ha due bellissimi figli: sdegno e coraggio. Sdegno per le cose come sono e coraggio, per cambiarle”.
Qui ad Orta, però, la speranza è bandita, sepolta. Non è abbastanza lo sdegno, sconosciuto il coraggio.

Un filo lega Orta di Atella allo scempio di questo tempo imbastardito, che innalza muri e fomenta l’odio. In questi giorni, il sindaco di Napoli De Magistris ha inviato una lettera al Comandante della Sea Watch, la nave che da giorni vaga per mare con a bordo donne e bambini, esseri umani, nella quale ha dichiarato di non volere assolutamente assecondare la campagna d’odio di Salvini e di essere quindi disponibile ad aprire il porto di Napoli.

De Magistris come già aveva fatto Orlando a Palermo aveva annunciato di non essere intenzionato a negare l’iscrizione all’anagrafe per i richiedenti asilo in quanto incostituzionale nell’obiettivo di creare ulteriore illegalità negando nel contempo il diritto alla salute e all’istruzione, disobbedendo al Decreto Sicurezza. Con loro decine e decine di Sindaci che rappresentano nei fatti l’ossatura che fa resistere lo stato di diritto sotto i venti xenofobi.

Qui ad Orta, il sindaco Villano cosa fa?

Il 31 dicembre, in Consiglio Comunale, giusto per chiudere l’anno con una leggiadra secchiata di merda, legittima, politicamente, ed umanamente, la nascita, sul territorio ortese, di una sezione della Lega.

Accoglie con entusiasmo e a braccia aperte un consigliere della propria maggioranza che, per mero calcolo e spudorato opportunismo, aderisce, anzi “fonda” la “Lega Nord Salvini Premier” ad Orta di Atella.

Un territorio già umiliato ed offeso che subisce l’ennesima onta quella di dover ospitare quelli che vanno cantando per le strade d’Italia “senti che puzza scappano anche i cani, stanno arrivando i napoletani, son colerosi, terremotati, con il sapone non si sono mai lavati”.

Evidentemente per il sindaco, il vicesindaco vecchio dentro e compagnia cantante, non è politicamente rilevante che una forza xenofoba, razzista, antimeridionale trovi terreno fertile nelle nostre terre, peraltro nella maniera più subdola e sudicia. Non rilevante al punto da creare disordini mentre è in corso la guerra santa per la poltrona di Acquedotti. Roba, quella si, da far venire i conati di vomito.

Il Collettivo Città Visibile individua in questo atto del sindaco, nel silenzio del vicesindaco, della giunta e della maggioranza, un atto ostile verso la storia di questo territorio, la messa in mora di quei principi di dignità e di autonomia che dovrebbero guidare la classe dirigente di un comune del meridione.

Allo stesso tempo questa decisione indica senza ombra di dubbio da che parte si pone questa amministrazione.

Sceglie l’opportunismo, la barbarie, l’intolleranza rispetto all’umanità, alla civiltà. Dice, indirettamente, che ritiene giusto che quei poveri cristi restino per mare a vagare come anime in pena.

Noi diciamo che apparteniamo tutti ad un’unica razza. La razza umana.

Se c’è umanità in questa maggioranza lo si dimostri non applicando l’articolo 13 della legge 132, quello che nega la possibilità di iscriversi all’anagrafe e conseguentemente di ottenere la residenza ai richiedenti asilo limitandone l’accesso all’assistenza sanitaria ed escludendoli da ogni percorso di inserimento sociale e lavorativo.

Ci dimostrino che ci siamo sbagliati.

Noi restiamo umani.

Dalla parte di Mimmo Lucano

È un tempo malandato, livido quello che viviamo, di quelli dove si addensano le nubi della storia e quello che potrebbe accadere fatichi anche ad immaginarlo ma è già successo.

Il piano inclinato della disumanità produce mostri ed è serio il rischio di assuefarsi e non distinguere, non comprendere, non pensare. Se quindi una comunità, seppur piccola, distingue, comprende e pensa, allora bloccata, va marchiata d’infamia.

Oggi hanno arrestato Mimmo Lucano, come arrestarono Danilo Dolci.
Lo hanno arrestato perché è rimasto umano, perché “ha dato da mangiare agli affamati”. Perché ha messo l’appartenenza al genere umano in testa alla sua azione politica, stella polare attraverso la quale orientarsi.

Quelli come lui sono pericolosi. Perché rendono concreta, riconoscibile la speranza di un altro mondo possibile.

L’arresto di Mimmo Lucano, sindaco di Riace, parla anche a noi, qui, ad Orta di Atella. Perché non ha quartiere la lotta per restare umani, per ribadire che chi sputa odio sugli ultimi, sui migranti potrà avere anche il consenso oggi, ma troverà sempre pronto, sulla barricata coloro i quali non si arrendono e resistono. Quelli che lottano perché vengano puniti gli sciacalli che hanno devastato questo territorio come quelli che lottano perché quella manica di razzisti restituisca i 49 milioni che ci hanno rubati.

Chi ha a cuore i principi di libertà, eguaglianza e fraternità, anche chi declina questi principi in termini di fede, è chiamato ad attrezzarsi, culturalmente e politicamente, qui e dovunque.

Noi sappiamo da che parte stare. Restiamo umani.