Il fenomeno tristemente noto come “Terra dei fuochi” vede Orta di Atella come un paese totalmente partecipe. Non solo perché lo si è scoperto totalmente privo di quei servizi essenziali capaci di fornire soluzioni adeguate ai cittadini sulle problematiche ambientali, ma anche perché nessuna prevenzione è stata fatta in passato per impedire che le campagne di Orta diventassero una discarica a cielo aperto, una sorta di sversatoio indifferenziato in balia della pubblica inciviltà.
Amministrare bene una città significa innanzitutto conoscerne il territorio, ogni sua zona, ogni angolo della sua periferia.
Cosa che sembra ovvia, ma che è da ritenersi tutt’altro che scontata. Noi del “Collettivo Città Visibile”, abbiamo appurato l’inadeguatezza dei politici riguardo la conoscenza del territorio che amministrano quando gli abbiamo fornito la mappatura dettagliata di tutte le zone del paese a grave rischio ambientale. Noi siamo consapevoli di esserci dentro al problema, e il nostro impegno ha come unica finalità quella di porre un argine definitivo alla deriva ambientale che ha preso il nostro territorio. Dentro questo impegno c’è anche il tentativo di mettere gli amministratori di Orta di Atella di fronte all’imprescindibile responsabilità del fare.
Una cosa urgente da fare è iniziare ad agire concretamente, il tempo per i menefreghismi interessati è finito, occorre fare presto e bene.
Innanzitutto, bisogna circoscrivere prima e bonificare poi le aree a rischio, quindi, vigilare con tutte le modalità e gli strumenti possibili per evitare il ripetersi sistematico di tanto male fatto alla terra.
Come già accennato prima, una mappatura circostanziata sui siti sensibili l’abbiamo già fornita, coadiuvati da esperti in tematiche ambientali e avvalendoci della consulenza legale dell’ACU. Continuando lungo la strada tracciata, abbiamo spiegato al Sindaco perché è urgente iniziare l’opera di bonifica dei terreni e perché non si può più aspettare, fornendo indicazioni precise su quanto può costare il tutto e dove poter reperire i fondi.
Abbiamo offerto collaborazione civica insomma, invitando ad iniziare una politica del fare.
Siamo andati anche oltre, sollecitando gli amministratori a dotare finalmente il Comune di una carta dei servizi adeguata ai tempi.
Con la richiesta di un Tavolo Permanente, intendiamo ridare centralità politica ai servizi essenziali che l’ente Comune è tenuto ad erogare ai cittadini.
La risposta degli amministratori, fino a questo momento, si è ridotta ad un continuo tergiversare, che oscilla tra la buona volontà esternata a parole di trovare una soluzione tempestiva al problema ambientale, ed un’incapacità dimostrata a metterci realmente mano.
Noi continueremo per la nostra strada, trasformando, se sarà il caso, gli inviti a fare a degli obblighi d’indirizzo politico di cui dovranno rispondere di fronte ad alti organi istituzionali per gravi “inadempienze amministrative”.