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L’infelicità italiana – I migranti e noi

Partendo dall’autofiction, con l’Infelicità Italiana, Maurizio Braucci mette a nudo il lato più oscuro e razzista degli italiani. Dal quartiere Vasto di Napoli fino al cuore della Calabria, l’autore viviseziona i centri di accoglienza per indagare sui retroscena legati al fenomeno dell’immigrazione e di come le politiche di accoglienza siano talvolta un pretesto per nascondere veri e propri giri d’affari che si consumano sulle spalle e nel disprezzo dei migranti stessi.

Un phamplet composto da 45 pagine di denuncia verso un presente in cui il dualismo giusto/sbagliato viene capovolto: chi specula sul destino della povera gente viene premiato con la costruzione ad-hoc dell’emergenza immigrazione; chi invece si sporca le mani creando modelli di integrazione virtuosi – è il caso della Riace di Mimmo Lucano – viene abbandonato dalle Istituzioni. Inutile girarci intorno: l’intento del Ministro Salvini è quello di creare una spirale di emergenza senza fine, un circolo vizioso che innescando una guerra tra poveri fa leva sui sentimenti degli italiani per restare saldamente al potere.

Crollano miti e luoghi comuni utilizzati dalla propaganda razzista contro i migranti: dei famosi 35 euro al mese che lo Stato paga per “mantenere” un rifugiato solamente 2 euro vanno all’ospite, i restanti vanno al centro di accoglienza. Se non è miserabile quest’Italia che ha bisogno di disgraziati per tirare a campare, allora cos’è? Quello di Braucci è un libro coraggioso, rivolto a tutti quelli che parlano di immigrazione con superficialità e per sentito dire. E se la smettessimo di prendercela con chi sta peggio di noi e cominciassimo a lottare per i nostri diritti? Forse allora le cose migliorerebbero per tutti.

L’autore

Maurizio Braucci è uno degli autori più importanti nel panorama cinematografico italiano contemporaneo. Scrittore e giornalista, i suoi racconti sono editi da Mondadori, Einaudi, Minimum Fax e i suoi articoli pubblicati per Il Mattino e la Repubblica. Da sempre attivo nel sociale con iniziative rivolte ai giovani come il progetto pedagogico-teatrale “Arrevuoto” per il Teatro Stabile, i suoi soggetti prediligono luoghi difficili e periferici, dove la marginalità sociale esplode con violenza e drammaticità. Da sceneggiatore ha lavorato ad importanti produzioni cinematografiche come Gomorra e Reality di Matteo Garrone, L’intervallo e L’intrusa di Leonardo Di Costanzo, Anime nere di Francesco Munzi, Pasolini di Abel Ferrara, e che gli sono valse numerosi premi e riconoscimenti tra cui due David di Donatello, due Ciak d’oro, un Nastro d’argento e l’European film awards. Il suo ultimo lavoro lo vede impegnato nella sceneggiatura de La paranza dei bambini, attualmente nelle sale e candidato all’Orso d’oro al Festival di Berlino.