Non saremmo sinceri se affermassimo che la sentenza di incandidabilità che ha colpito l’ex Sindaco Andrea Villano ci lasci indifferenti, di sicuro non ci sorprende e nulla aggiunge al giudizio politico che abbiamo dato della sua figura e della sua amministrazione.
Nessun stupore: quello dell’Amministrazione Villano, sciolta nel novembre 2019 per infiltrazioni camorristiche, era un destino ineluttabile a cui era oggettivamente impossibile sottrarsi.
Cala dunque il sipario su una delle amministrazioni più inadeguate e controverse della storia politica ortese, che è riuscita a concentrare in pochi mesi, nefandezze e assurdità per le quali altre esperienze politiche avevano avuto bisogno di anni.
La commissione d’accesso che si insedia a pochi mesi dall’elezione, lo scioglimento dopo un anno e mezzo, un assessore coinvolto in una operazione anticamorra, colpito dalla misura cautelare degli arresti domiciliari e, infine, l’incandidabilità come epitaffio di una storia triste, solitaria e finale.
Cala il sipario su uno spettacolo politico degradante ed ora tocca a quelle forze politiche che mentre la claque interessata applaudiva, ha lavorato fuori e dentro il Consiglio Comunale per cercare di fermare una deriva che avrebbe portato Orta di Atella a perdere ulteriore tempo sulla strada del cambiamento.
Orta di Atella è un paese a pezzi, senza servizi, punteggiato da discariche in una mappa atroce e mortifera, dove mancano le infrastrutture, un paese sull’orlo dell’ennesimo dissesto finanziario che ha bisogno di amministratori liberi e coraggiosi che siano disposti a mettersi al servizio del popolo e non a servirsene.
Questo serve quando tutto sembra perduto: “mettersi tranquillamente all’opera e cominciare dall’inizio”, e dall’inizio fare tutto il contrario di quello che è stato fatto finora.
E in quest’opera devono contribuire le forze sane e libere di questo paese, che ancora esistono, praticando un principio e respingendo i compromessi: non è più tempo di “ingaggiare” portatori di voti con la favoletta che per vincere servono tutti.
Non servono tutti, servono le cittadine e i cittadini che questa volta saranno pronti a premiare chi avrà il coraggio di creare un’alternativa reale e credibile.
C’è un’enorme questione morale che avvolge Orta, una questione che non può essere risolta dalla magistratura ma di cui si deve fare carico la politica.
Il tempo che abbiamo davanti per frenare la caduta è poco e non c’è più alcuno spazio di manovra per strane “sperimentazioni politiche”: chi vorrà intraprendere vecchie strade, anche se con la convinzione che questa volta porteranno a destinazioni migliori, avrà sulla coscienza il cadavere del nostro paese.
Gli ortesi hanno imparato sulla loro pelle che o si è disposti a cambiare radicalmente o si è semplicemente in continuità con quei percorsi politici che ci hanno portato sul ciglio del burrone, nel punto esatto in cui ci troviamo oggi.