Eleonora De Majo è una nostra compagna. E potrebbe bastare questo.
Invece non basta, perché anche noi vogliamo dire la nostra, prendere posizione da qui, da Città Visibile, da Orta di Atella, su quello che sta accadendo in questi giorni, specie attraverso i social, dopo che Eleonora è stata nominata Assessora alla Cultura da Sindaco di Napoli Luigi De Magistris.
È del tutto evidente che Eleonora, nella sua essenza di donna e partigiana, potesse infastidire una quota “benpensante” dell’universo politico-sociale napoletano, quella per intenderci, del politicamente corretto a convenienza, dei buoni per tutte le stagioni. È ancora più evidente che diventare Assessora alla Cultura in un comune come quello di Napoli può stuzzicare i pruriti più beceri e gli istinti primordiali di chi ha poco da dire e nulla da dare. Eppure colpisce la virulenza degli attacchi che stanno piovendo addosso ad Eleonora e ad Insurgencia in queste ore.
Eleonora sarebbe “antisemita”. No, no, Eleonora pratica, in un mondo che ne è in larga parte disabituato, l’igiene politica. Cioè dice quello che pensa al di là della carica che ricopre ed al netto della quota di politicamente corretto che si vorrebbe esistente per una consigliera comunale o, peggio ancora, per una Assessora.
E dunque se Israele sta perpetrando il genocidio del popolo palestinese, Eleonora lo dice, come lo ha detto ieri, come lo dirà domani. Con buona pace della comunità ebraica napoletana alla quale, con il massimo rispetto, suggeriamo, piuttosto che esprimere preoccupazione per la nomina di Eleonora, di trovare le parole adatte a commentare questa notizia, pubblicata ieri sera da Haaretz: “Israele ammette la strage della famiglia Sawarkah 8 morti tra cui due bambini “Pensavano che la casa fosse vuota”.
Eleonora sarebbe “ribelle”. Si, questo si. Assolutamente. Non concepisce moderazione in un mondo che fa schifo, in una città che ha rialzato la testa ma che combatte ancora contro emergenze ataviche ed è sottoposta al fuoco di fila di chi vorrebbe “normalizzarla”. Quindi la lotta non è finita ma è tradotta nel nuovo ruolo, ed anche questo incute timore, si capisce.
Cum – panis. Colei che mangia il pane insieme ad altri. Cara Eleonora, noi che abbiamo spesso mangiato il pane insieme a te, dividendolo, e che ci abbeveriamo alla tua stessa fonte di ribellione, di giustizia e di bellezza, sappiamo quale è la nostra parte della barricata. E sappiamo che ti troveremo lì, sempre.