Difficile non essere retorici pensando all’anno che abbiamo davanti. Questo agognato 2021 che dovrebbe mettere in cantina questo enorme scatolone, il 2020, che porta dentro di sé tutte le sensazioni che l’uomo conosce.
Eppure questo è sempre un momento in cui si tira una riga. Ci si ferma e si riparte. Si pensa, inevitabilmente, a quello che è stato e si immagina, altrettanto inevitabilmente, quello che dovrà essere. Il passato dentro cui teniamo un piede ed il futuro del nostro sguardo.
E allora è su questo “doppio fronte” che nasce l’augurio di Città Visibile. Un anno di buon lavoro, di buona politica, di dubbi che fanno crescere, di riconquista, passo dopo passo, della libertà di immaginare un’altra Orta. Un anno che parta dalla consapevolezza delle sfide che ancora ci attendono e di quella dimensione collettiva dentro cui siamo tutti.
Nessuno si senta escluso.
L’emergenza sanitaria ci ha messo sulla difensiva, ed ancora oggi la compagna di viaggio di tutti noi è l’incertezza. Il Covid ha messo sullo sfondo tutto e ha dettato i tempi delle nostre vite, stravolgendole, abbiamo dovuto fare i conti con qualcosa di inaspettato che ha generato paura, una paura che in alcuni casi si è trasformata in tragedia.
Un pensiero, oggi che cerchiamo di voltare pagina, è per chi non ha superato questa lunga battaglia: anche Orta di Atella, come ogni comunità, ha pianto i caduti di questa “guerra senza macerie”.
La pandemia ha scoperto i nervi di un sistema sanitario e assistenziale fragile e in quei luoghi, come Orta di Atella, devastati dalla “politica degli amici e degli interessi” e sotto qualsiasi standard di vivibilità, abbiamo assistito a un effetto moltiplicatore di inefficienze.
Ad Orta di Atella il Covid ha dunque avuto un effetto in più: ha riportato in superficie, tutte insieme e violentemente, le tante criticità che viviamo quotidianamente ed ha reso ancora più urgente la necessità di un cambiamento.
Ma il cambiamento non è un processo pacifico, non avviene “di per sé”: c’è un ceto politico che vuole sopravvivere e per farlo è disposto a tutto, a ricorrere ad ogni mezzo pur di non cedere il passo ad un “tempo nuovo amministrativo” che rompa definitivamente con gli schemi del passato.
Però arriva un momento nella storia dove il cambiamento diventa inevitabile, arriva il tempo dove nulla potranno le trame di fronte all’esasperazione e alla rabbia dei cittadini.
Questo tempo nuovo lo fanno i cittadini, e il nostro augurio a tutta la comunità ortese è che possa avere coscienza che questo “tempo nuovo” è qui ed ora, non più rimandabile.
Questa è la sfida e il compito che abbiamo davanti: uscire dall’imbuto in cui ci hanno cacciato amministratori inadeguati. C’è un quadro minimo di moralità politica da ripristinare e bisogna iniziare da subito.
Buon anno Orta, è tempo di rialzarsi!