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Cronache dalla polvere

Il 29 Giugno, in via Pasquale Migliaccio, è avvenuto un crollo di calcinacci e parte del portone di un palazzo da cui sono stati fatti evacuare tutti gli inquilini, tra cui una persona con disabilità molto gravi. Dopo l’intervento di Vigili del fuoco, municipale e operatori comunali, le altre abitazioni sono state dichiarate agibili nonostante non siano stati effettuati rilievi e nonostante si sia dichiarato, quantomeno ufficiosamente, uno stato di “crollo in atto”.


Il 16 Luglio è avvenuto un crollo massivo nello stesso palazzo che ha obbligato i residenti delle altre abitazioni a scappare per trovare un luogo dove riuscire a respirare dato che la caduta di grandi massi ha causato la formazione di una nube abbacinante che ha reso difficoltosa la fuga.


Un’ora prima del crollo era stato deciso, non si è saputo da chi, che la strada fosse così sicura da poter permettere la creazione di un passaggio pedonale dove, in precedenza, era stato chiuso l’accesso. Il giorno prima del crollo, nel tratto di strada considerato pericoloso, erano presenti più di 30 persone. Nonostante l’inefficienza, l’omertà, l’incompetenza, il comune di Orta di Atella è stato comunque fortunato a non avere il peso di morti sulle spalle.
Il 16 Luglio a Orta di Atella si poteva assistere ad una strage che non è avvenuta.
Dal 29 Giugno, oltre il paziente con gravi disabilità, sono state fatte evacuare altre famiglie che sono state sistemate all’ex alberghiero. Bisognerebbe chiedere al comune di Orta di Atella se si sia assicurato che le norme anticovid fossero rispettate e se la struttura sia davvero una struttura idonea ad ospitare diverse famiglie in un momento d’emergenza. E si dovrebbe chiedere perché nel verbale di deliberazione della commissione straordinaria del 21 Luglio 2021 l’ex alberghiero in Piazza Pertini venga definito ‘struttura alberghiera’ quando, in realtà, sia presente un solo bagno non munito di doccia.


Una famiglia, tra quelle invece evacuate il 16 Luglio, è stata fatta alloggiare nell’albergo Silverado perché un suo membro, a causa di una grave patologia respiratoria, necessita della cpap notturna per la propria sopravvivenza. Dopo tre giorni è stato chiesto al comune di prolungare i giorni di alloggio presso l’hotel perché la famiglia in questione non ha altri posti idonei dove poter dormire. Dopo una lunga mattinata al comune in cui le operatrici delle politiche sociali- che si sono rifiutate di dichiarare le proprie generalità- hanno chiesto alla famiglia di pagare da soli l’hotel, il tempo di pernottamento è stato allungato di una settimana.
Il comune di Orta di Atella, pensando di potersene lavare le mani, ha proposto alle famiglie sgomberate una cifra irrisoria una tantum (una volta soltanto) per i beni di prima necessità.
Una proposta gravissima considerato che le famiglie sgomberate hanno bisogno di un alloggio sicuro e confortevole e non certo di denaro utile a pulire le coscienze di coloro che dal giorno del crollo non si sono minimamente preoccupati delle condizioni psicofisiche delle famiglie, né stanno velocizzando i tempi di messa in sicurezza. Se il comune di Orta di Atella non è capace di disporre di strumenti dignitosi, che chieda l’intervento della provincia, della regione, dello Stato. Un comune che non riesce a garantire un diritto fondamentale come la casa ai suoi cittadini, è un comune fallito, vergognoso. Un comune che si continua a finanziare con i soldi pubblici.


Martedì finirà il tempo di alloggio garantito alla famiglia interessata dalla grave malattia respiratoria. Martedì sarà un altro giorno di lotta.