Il dato certo, inoppugnabile, che emerge dal voto referendario di domenica scorsa è che l’assalto, probabilmente definitivo, da parte del Governo Renzi ad una Costituzione già “sofferente” e sempre in attesa di una sua piena applicazione è stato respinto, ed in proporzioni difficilmente preventivabili alla vigilia.
Certo, vi sono molte cose dentro quegli oltre diciannove milioni di no che hanno segnato la Caporetto di questo governo di saltimbanchi e trasformisti, ed una analisi più approfondita certamente andrà fatta. Quello che tuttavia si può già assumere come elemento valutativo è che, in un colpo solo, è stato respinto il tentativo di mettere mano alla nostra Costituzione e sono state bocciate le manovre iper-liberiste di questo governo, che in un paio di anni è riuscito, con la precarizzazione totale del lavoro e l’affossamento definitivo della scuola pubblica, dove nemmeno la peggiore stagione berlusconiana, di cui peraltro questo governo è figlio illegittimo, era riuscita.
Il NO ha vinto praticamente in tutta Italia, ha stravinto tra i giovani, a dimostrazione che gli espedienti retorici di Renzi si sono schiantati sulla realtà dei voucher e dello sfruttamento sistematico di chi si approssima ad entrare nel mondo del lavoro. Nel Meridione il dato è ancora più netto ed assume un senso preciso se si pensa che il PD ne governa tutte le regioni. Una volta di più una insofferenza manifesta, ed esplosa fragorosamente, nei confronti delle politiche del Governo Renzi, che ha dirottato fondi al Nord lasciando le briciole al Mezzogiorno (tanto per fare un esempio: ferrovie 98%; università 85%).
Una riflessione specifica, seppur breve, merita il risultato maturato ad Orta di Atella, dove ha di fatto assunto proporzioni larghissime a favore del NO. Il Collettivo Città Visibile, da sempre schierato per il NO, ha favorito e promosso, non solo ad Orta, ma anche a Succivo, Sant’Arpino e Cesa, la nascita dei Comitati per il NO ed è stata l’unica forza politica, insieme al Movimento 5 Stelle a schierarsi a viso aperto e limpidamente contro la Riforma Boschi-Renzi-Napolitano.
Un risultato per nulla scontato, se si considera che dall’altra parte, schierato per la Riforma c’era praticamente tutto il panorama politico ortese. Impegnato in effetti in riposizionamenti, valutazioni sul dove si sta più al caldo domani, scommesse sui futuri cavalli vincenti e oin improbabili ed oscene evoluzioni verbali, ma tutto schierato per il SI. Con la particolarità del Partito Democratico, diviso in due per colpire unito con la componente caputiana degli iDem, che si è spesa ed esposta non poco; e poi il Partito Socialista; Deluchiani e amanti delle fritture di pesce; Balene Bianche e quasi tutti gli amministratori, Sindaco in testa, pure lui in cerca d’autore.
Ovviamente nessuno, tra noi, sogna di intestarsi gli oltre 8.500 voti espressi per il NO. Stessa cosa, immaginiamo valga per il Movimento 5 Stelle. È evidente che, nello specifico della realtà ortese questo è stato un voto di popolo, che ha travalicato gli steccati (peraltro piuttosto scorrevoli) dei partiti e ha rifiutato l’idea dell’uomo solo al comando. E proprio in questo dato vi è tutto il simbolismo che assume questo voto a Orta di Atella. Un risultato straordinariamente significativo per un popolo, come quello ortese, che è ancora lì a leccarsi le ferite provocate dalla retorica dell’uomo solo al comando dalla quale hanno attinto a piene mani gli amministratori di ieri che poi sono gli stessi di oggi.. Questo è un dato che da speranza!
E se è vero che l’assalto che è stato respinto domenica non restituisce molto in termini di costruzione di quella alternativa che con fatica stiamo praticando anche nel nostro paese, è altrettanto vero che ci dice che esiste un popolo che vuole tornare a partecipare, che vuole provare a respingere l’idea di una classe politica che vuole esercitare il potere per il potere.
È guardando a questo popolo che, da domani riprenderemo come Città Visibile a tessere quel filo rosso che unisce associazionismo, militanza, sindacalismo di base e tutte quelle esperienze che si sono unite per un NO Sociale a questo Referendum.
Festeggiamo questa vittoria, dunque, ma nella consapevolezza del domani duro, di lotta e di lavoro, che attende tutti noi.