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Ritorno alle radici

Le radici del nostro popolo sono fondate nell’agricoltura.
Sin dalla fondazione di Atella, ante 218 a.c., il nostro territorio è sempre stato ambito per i terreni rigogliosi, tipici della cosiddetta Campania Felix.
Gli agricoltori di quel periodo sapevano sfruttare al meglio i terreni, seguendo le fasi lunari e altre tecniche naturali. Ma con il tempo il progresso delle industrie chimiche ha portato sul mercato pesticidi, concimi e fitofarmaci con i quali è possibile aumentare la produzione piuttosto che stimolare ed anticpare la crescita della coltivazione. Senza far capire fino in fondo ai coltivatori, e in primis ai consumatori gli effetti collaterali che vengono provocati dall’assunzione continua di questi prodotti chimici.
Avete mai mangiato un bella pesca grande, ma che di gusto lasciasse un po’ a desiderare?
In caso di risposta positiva, avete mangiato un frutto a cui è stata stimolata la crescita e/o la produzione dell’albero. Mentre una coltivazione sostenibile lascia che la natura faccia il suo decorso, infatti un frutto biologico, in alcuni casi potrebbe risultare meno avvenente ma con un sapore decisamente migliore.
L’agricoltura sostenibile, segue tecniche di produzione che, come l’antica Atella, evitano lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, del suolo, dell’acqua e dell’aria, con un unico scopo: produrre cibo buono.
L’agricoltura fornisce circa il 75% degli alimenti che mangiamo, ruolo fondamentale per la nostra sopravvivenza, ma solo se fatta con tecniche sostenibili può evitare danni all’ambiente e agli essere viventi. Mentre l’agricoltura intensiva può portare solamente ad enormi consumi idrici e all’inquinamento delle falde acquifere per il troppo uso di pesticidi, concimi e fitofarmaci.
Ed è per questo che bisognerebbe arrivare al concetto di integrare il benessere dell’uomo a quello della Terra. E per concepire questo pensiero, bisognerà fare attività di educazione del territorio, bisognerà adottare tecnologie nuove, bisognerà creare occupazione per combattere la povertà, bisognerà proteggere le risorse naturali e l’ambiente.