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L’Arte e il Culto

L’artista di fama internazionale Lello Esposito arriva con le sue opere al Palazzo Ducale di Sant’Arpino in occasione della rassegna culturale Pulcinellamente, ideata e organizzata dall’unione dei Comuni Atellani.
La mostra intitolata ‘‘Da Maccus a Pulcinella. La metamorfosi di una maschera’’ vuole rappresentare, attraverso le opere pittoriche e scultoree dell’artista partenopeo che vive tra Napoli e New York, un ritorno alle origini e alla tradizione attraverso lo strumento dell’arte contemporanea e riscoprire quel filo rosso che collega la tradizione delle Maschere Atellane alla popolare figura di Pulcinella.
Ma folklore e tradizione non sono che la punta dell’iceberg di un’arte che, nella ricerca del culto, mescola forme e colori di una rappresentazione simbolica: la maschera è la dimensione ancestrale dell’uomo che fatica a nascondere una natura fatta di malinconica rassegnazione di fronte all’ineluttabilità dello scorrere della vita.
Sullo sfondo una Napoli simbolica che vive una metamorfosi immobile, una città kafkiana, sempre uguale eppure diversa, che segna il destino delle genti che si nascondono nel suo ventre: passato e presente si incontrano e si scontrano nella rappresentazione artistica dell’uomo contemporaneo, uno scontro titanico senza vinti né vincitori di cui l’artista porta il peso e si fa portavoce.
La forza viscerale del Vesuvio sta per esplodere in tutta la sua passione mentre Pulcinella è l’anarchico tra gli anarchici, ultimo eroe romantico del suo popolo, libero da ogni schema razionale, risponde alle pulsioni più profonde ed emerge come una lava rossa che da secoli giace nelle viscere della terra e dell’animo umano. Il Pulcinella di Esposito è il Sisifo contemporaneo che sapendo di dover morire, trova la sua liberazione nella sopportazione della vita.
Celebri le parole di Massimo Troisi a riguardo: «Non ho mai visto la mia anima, eppure entrando nello studio di Lello Esposito ne ho sentito l’odore».