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Dopo il Referendum: Che Fare?

La vittoria del NO al Referendum Costituzionale offre la grande occasione di rimettere al centro del dibattito pubblico il tema della Costituzione, della democrazia, del lavoro e dei diritti delle persone; temi che per troppo tempo sono stati presi in ostaggio da una classe politica incapace e corrotta, sia a livello nazionale che locale, il cui unico scopo è quello di arricchirsi alle spalle di cittadini e lavoratori. Ma non basta difendere la Costituzione, è arrivato il momento di attuarla: dobbiamo passare all’attacco se vogliamo vincere questa importante partita e dare una svolta per migliorare le nostre vite. È in gioco il nostro futuro.

Ma come si vince? Per farlo bisogna mettere in campo una serie di proposte serie e concrete che trovino solide radici nella Costituzione, che rappresentino non solo un progetto di governo dei territori valido e alternativo, ma che si configurino al tempo stesso come un grande progetto di società che faccia da scudo a miseria e povertà. D’altronde crediamo nella possibilità di poter vivere in maniera dignitosa e ci impegniamo affinché questa possibilità diventi realtà.

Cosa chiediamo? Niente al di fuori quanto non sia già scritto nella Costituzione che, grazie al voto popolare, abbiamo salvato dai piani eversivi di chi detiene le redini del potere. Più nello specifico vogliamo che vengano rispettati:

  1. Il Diritto al Lavoro, così come sancito dall’art. 4 della Costituzione, e la cancellazione del jobs-act che nega tale diritto rendendo i lavoratori schiavi, precari, ricattabili e senza diritti;
  2. Il Diritto al Salario (art. 36) che deve essere sufficiente ad assicurare a chi lavora di arrivare a fine mese e di vivere un’esistenza libera e dignitosa;
  3. Il Diritto alla Salute (art. 32) che deve essere esteso a tutti, contro una politica del ticket discriminatoria e per una Sanità Pubblica efficiente e funzionante;
  4. Il Diritto all’Istruzione pubblica e gratuita (art. 34) perché un popolo ignorante è un popolo senza futuro;
  5. L’Accesso Libero ai Saperi (art. 33) perché solo investendo in cultura e ricerca potremo costruire un nuovo Paese da cui i giovani non siano costretti a scappare;
  6. Il Rispetto dell’Ambiente (art. 9) per tutelare il paesaggio e i territori in cui viviamo da inquinamento, cemento, trivelle, inceneritori ed ecomafie;
  7. Il Rifiuto della Guerra (art. 11) per non spendere soldi inutili in armi e per promuovere la pace, lo sviluppo e la cooperazione tra popoli;
  8. Il Superamento delle Diseguaglianze (art. 3) affinché tutti i cittadini abbiano pari dignità sociale senza distinzioni di sesso, di razza e di religione.
    Vogliamo infine più democrazia nei nostri territori, in Italia e in Europa, a partire dal rispetto della volontà popolare che nel 2011 si è espressa a favore dell’acqua pubblica (ma che è rimasta in mano ai privati) e il rifiuto del Pareggio di Bilancio, introdotto con la modifica dell’art. 81 della Costituzione senza consultare nessuno e che non permette gli investimenti pubblici necessari per rilanciare l’economia nel nostro Paese, specialmente al Sud: solo così potranno essere creati nuovi posti di lavoro e garantiti welfare e diritti per tutti, nessuno escluso.